[Lecce-sf] Fw: un articolo sulla pace

Borrar esta mensaxe

Responder a esta mensaxe
Autor: Lecce Social Forum
Data:  
Asunto: [Lecce-sf] Fw: un articolo sulla pace
Riceviamo da Arrigo Colombo

>
> ----- Original Message -----
> From: Arrigo Colombo
> To: Lecce Forum
> Sent: Friday, February 21, 2003 1:30 AM
> Subject: un articolo sulla pace
>
>
> V'invio questo articolo, uscito oggi sul "Nuovo quotidiano di Lecce" col
> titolo "Nel mondo cresce il rifiuto della guerra", pensando che possa

essere
> utile a molti. Un saluto fraterno da Arrigo Colombo.
>


La mobilitazione contro la guerra e le perplessità dei politici


di Arrigo Colombo


Stupisce che i politici della coalizione di governo si siano per lo più
rifiutati di partecipare alla grande mobilitazione di sabato scorso per la
pace; ne abbiano anzi parlato in termini di scetticismo, o anche disprezzo.
Come di una delle solite manifestazioni di piazza; una montatura della
Sinistra che aveva d'altronde aderito alla guerra in Kossovo; che lungo
quarant'anni aveva promosso manifestazioni di pace a senso unico, a sostegno
dell'URSS contro l'Occidente. Il che è vero: il vecchio PCI ha perseguito
con tenacia quello spudorato ipocrita allineamento con la politica dell'
URSS; una politica non di pace ma di potenza, non di liberazione ma di
oppressione dell'umanità. Ma la guerra in Kosovo era altra cosa: là il
massacro era già in atto, un massacro intenzionale, di "pulizia etnica", una
forma di guerra tra le più atroci; e l'intervento mirava a bloccarlo. Perciò
si parlò allora d' "intervento umanitario"; e non senza ragione.

La manifestazione di sabato, poi, aveva poco a che vedere con la Sinistra
italiana e i suoi uomini; con la polemica contro le maldestre decisioni del
governo: Berlusconi che col suo amico Aznar e alcuni altri si allinea con
Bush e la sua proterva volontà di guerra (ne ha sempre cercato l'appoggio,
non importa come, anche in modo servile e ridicolo) anziché mantenersi
solidale all'Europa di cui fa parte, Martino che apre i cieli e le vie d'
Italia all'armata americana. Decisioni la cui debolezza è evidente, se
confrontate con la tenacia con cui Francia e Germania hanno resistito all'
arroganza americana. Perché l'arroganza è manifesta, quando Bush e la sua
cricca dichiarano ch'entreranno in guerra comunque, anche contro le
decisioni dell'ONU, cioè della comunità internazionale cui appartengono, di
cui hanno sottoscritto il patto, hanno accettato il fondamentale principio
che i conflitti tra stati si risolvono non con la guerra ma con la
trattativa. Il grande principio che apriva un'età di pace, che può liberare
l'umanità dalla guerra per sempre. Perciò la trattativa con l'Iraq deve
continuare, le ispezioni; se poi l'Iraq sarà trovato in fallo, mentitore e
spergiuro, atrocemente inumano nell'ammassare armi di distruzione, altre e
più forti pressioni dovranno essere messe in atto: la presenza di una forza
internazionale di pace, i caschi blu, l'amministrazione controllata da parte
dell'ONU per una transizione democratica. Ma sempre all'insegna della pace.


Questo proclamava la manifestazione di sabato: la guerra no, a nessun patto,
"senza se e senza ma". E non era soltanto una delle solite, spregevoli
manifestazioni "di piazza"; che poi questa piazza tanto disprezzata altro
non è che la "società civile", la quale detiene il potere sovrano, e lo
delega ai suoi rappresentanti, ma non incondizionatamente; e si raduna per
proclamare il suo volere. Anche se nell'odierna democrazia rappresentativa
non ha mezzi istituzionali per giudicare l'operato dei suoi eletti; come li
aveva nella democrazia ateniese, il più alto modello democratico che l'
umanità abbia mai realizzato. Né questa manifestazione era opera della
Sinistra nostrana, di Rifondazione comunista o dei DS (l'una nostalgica
dello stalinismo, gli altri ormai dimentichi dei supremi ideali). Era una
grande manifestazione planetaria, di molti paesi, città innumerevoli,
centinaia di milioni d'uomini; in cui, forse per la prima volta nella
storia, si esprimeva l'umanità intera, si ritrovava concorde a proclamare il
suo no alla guerra.

Un evento che trascende in misura incomparabile i piccoli accadimenti, i
conflitti e le beghe dei politici nostrani, la loro pretesa che, una volta
eletti, la politica la fanno loro e loro soltanto; che la gente, le
associazioni, i movimenti devono starsene zitti e lasciar fare a loro.
Pretesa assurda. Anche i DS vedono i movimenti come una pericolosa
concorrenza.


Il rifiuto della guerra, rifiuto incondizionato: questo è il punto cui l'
umanità sembra essere cresciuta e maturata; la coscienza storica del nostro
tempo, coscienza dei popoli. Rifiuto di una delle cose più atroci in cui l'
umanità si è degradata lungo tutto la sua storia: il macello umano, i
fratelli che tra loro si uccidono, che in massa si scannano; che
perfezionano gli strumenti per distruggersi a vicenda, le tecnologie, le
sofisticate invenzioni; elaborano strumenti per raggiungere il sommo dell'
atrocità, della perversione, distruggere o menomare popolazioni intere, armi
atomiche chimiche biologiche. Basta, è troppo; l'umanità dice basta. I vari
Bush, Rumsfeld, Blair, i vari politici infatuati del loro potere, arretrati
nella vecchia inumana politica di potenza ascoltino, non neghino l'evidenza,
non si turino le orecchie: l'umanità ha detto "basta!". Anche ai politici
europei, che a Bruxelles hanno parlato di "guerra come ultima risorsa", l'
umanità dice no, la guerra no, "basta con la guerra!".