Autor: Benzi Alessandro Data: Asunto: [NuovoLaboratorio] interventi/iniziative di pace
ciao a tutti,
vi invio alcuni interventi che mi sembrano interessanti.
TESTIMONIANZE.
COLLEEN KELLY: NOI FAMILIARI DELLE VITTIME DELL'11 SETTEMBRE CONTRO LA GUER=
RA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 15 febbraio 2003. Colleen Kelly e' fonda=
trice dell'Associazione dei familiari delle vittime dell'11 settembre "Peac=
eful Tomorrow"]
In questi giorni, mi sento classificata secondo la seguente gerarchia:
sorella di Bill Kelly Jr., ucciso l'11 settembre 2001; madre di tre bambini=
piccoli; cittadina americana; ragazza di una piccola citta' che vive nella
grande New York.
Leggo quello che legge un americano medio, senza avere accesso a
documentazione specializzata. La mia sola esperienza consiste nell'essere l=
a
sorella di Billy, e nell'aver perso qualcuno che ho amato profondamente per=
colpa di diciannove uomini con "armi di distruzione di massa": dei
taglierini.
L'idea che l'ottusa ostinazione del mio paese possa essere causa di nuovi
dolori per il pianeta intero e' davvero preoccupante. Quando la mia
organizzazione ha visitato, lo scorso settembre, piu' di 70 uffici del
Congresso, nessuno di questi ha potuto dire di aver ricevuto una maggioranz=
a
di chiamate a favore della guerra. L'opinione pubblica americana ha il
diritto di venire a conoscenza di fatti che possono essere causa di un
pericolo imminente.
Noi, in quanto familiari delle vittime dell'11 settembre, abbiamo il
diritto
di essere informati di qualunque fatto che possa collegare l'Iraq con Al
Qaeda. Mio fratello non e' morto ne' a causa di armi nucleari, ne' a causa
di armi chimiche o batteriologiche. E' morto a causa dell'ottusita' mentale=
di un gruppo di uomini.
E' arrivato il momento per il mondo di usare tutta la sua intelligenza,
creativita' e compassione per cercare delle alternative alla guerra...
RIFLESSIONE.
MAO VALPIANA: UNA LETTERA APERTA AL DITTATORE IRACHENO
[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: azionenonviolenta@???) per
questo intervento. Mao Valpiana e' il direttore di "Azione nonviolenta", e
una delle voci piu' nitide e prestigiose della nonviolenza]
Caro Saddam,
non dar retta al premier italiano Berlusconi: noi pacifisti non siamo tuoi =
amici e tanto meno facciamo il tuo (tragico) gioco.
Anzi, abbiamo sempre lottato contro la tua feroce dittatura, anche quando i=
paesi occidentali guardavano con benevolenza al regime irakeno, perch=E9 =
contrapposto all'Iran di Komeini, e ti vendevano armi e assistenza militare=
.
Abbiamo sempre condiviso le rivendicazioni di autonomia del popolo kurdo, c=
he tu hai sterminato. Sosteniamo i partiti democratici irakeni in esilio e =
condanniamo i metodi sanguinari con i quali tieni nel terrore il tuo popolo=
, continuamente umiliato e costretto a fingere di benvolerti.
La tua politica e' quanto di pi=F9 lontano c'e' dai nostri ideali di pace e=
giustizia.
Se ci opponiamo alla guerra che Bush vuole muoverti non lo facciamo certo p=
er difendere il tuo regime, ma solo per evitare al popolo che opprimi altra=
violenza che si aggiungerebbe a quella che gi=E0 subisce; ed inoltre sappi=
amo
che una nuova guerra ti renderebbe ancora pi=F9 forte, come e' gi=E0 accadu=
to nel 1991.
Chi vuole la guerra lo fa solo per interessi economici; ai signori del petr=
olio importa ben poco il destino del popolo irakeno. Il tuo regime doveva e=
ssere abbattuto anni fa con la forza della democrazia; bisognava fare un ve=
ro embargo delle armi e lasciar passare solo cibo e medicinali; invece per =
dieci anni e' stato fatto il contrario.
Chi e' armato fino ai denti non pu=F2 imporre ad altri di disarmare. Per qu=
esto L'America, insieme alla Russia e alla Cina, non hanno alcuna autorevol=
ezza ai nostri occhi.
La Russia, per essere credibile quando si oppone alla guerra in Iraq, dovre=
bbe avviare da subito un vero processo di pace in Cecenia e riconoscere di =
aver commesso un genocidio.
La Cina, per dare credibilit=E0 al suo veto alla guerra di Bush, dovrebbe i=
niziare a ritirarsi dal Tibet e chiedere scusa al mondo intero per l'infami=
a di quell'invasione.
Gli Stati Uniti, quando chiedono che l'Iraq abbandoni le armi di sterminio =
di massa, dovrebbero contemporaneamente rinunciare al proprio armamento ato=
mico, chimico e batteriologico.
Sappiamo ben vedere la differenza fra una democrazia e un totalitarismo. E =
non abbiamo dubbi da quale parte schierarci. Per quanto imperfetta e calpes=
tata, la democrazia in cui viviamo e' un dono prezioso, mentre il tuo regim=
e dittatoriale e' una tragedia storica.
Ma la guerra non ha aggettivi, non e' ne' democratica, ne' giusta, ne' prev=
entiva, ne' fascista, ne' comunista. E' guerra e basta. Le tue bombe non so=
no diverse da quelle di Bush.
Noi sappiamo che la violenza non si spazza via con altra violenza. Sappiamo=
che non si pu=F2 sconfiggere il terrorismo con altro terrorismo.
Noi siamo contro la guerra, fatta da chiunque, per qualsiasi motivo, con qu=
alsiasi arma. La guerra e' il pi=F9 grande crimine contro l'umanit=E0. La g=
uerra e' il peggiore dei mali che vuole combattere.
La nonviolenza e' la vera alternativa alla guerra.
Non l'utopia di un mondo senza conflitti, ma il realismo di una proposta pe=
r risolverli.
La strategia della nonviolenza e' quella del disarmo unilaterale. La storia=
, anche recente, ha dimostrato che gesti concreti di disarmo unilaterale ot=
tengono risultati decisivi.
Di fronte all'installazione nei paesi della Nato dei missili nucleari Cruis=
e, la risposta di Gorbaciov fu il ritiro dei missili nucleari SS 20 dai pae=
si del Patto di Varsavia. Fu un gesto clamoroso, che diede l'avvio al proce=
sso di distensione e contribu=EC al declino (senza spargimento di sangue) d=
i tanti regimi dittatoriali e al crollo del Muro di Berlino.
Noi pacifisti occidentali da anni chiediamo e lavoriamo per il disarmo dei =
nostri paesi, la riduzione delle spese militari, la riconversione dell'indu=
stria bellica, l'abolizione degli eserciti e la creazione di Corpi Civili d=
i Pace.
Nel tuo paese non e' nemmeno pensabile l'esistenza di un movimento pacifist=
a indipendente. Il tuo regime impedisce qualsiasi manifestazione di idee ch=
e contrastano con il potere militare. Per questo riteniamo che il tuo allon=
tanamento sia assolutamente necessario e doveroso, ma senza usare i tuoi st=
essi mezzi omicidi.
Gi=E0 dieci anni fa Alexander Langer, leader storico dei pacifisti europei,=
formul=F2 una seria proposta che andava in questa direzione: "chiedere all=
'Onu di promuovere una sorta di 'Fondazione S. Elena' (nome dell'isola in c=
ui alla fine fu esiliato Napoleone, tra gli agi e gli onori, ma reso innocu=
o), per facilitare ai dittatori ed alle loro sanguinarie corti la
possibilit=E0 di servirsi di un'uscita di sicurezza prima che ricorrano al =
bagno di sangue pur di tentare di salvarsi la pelle (... potrebbero o potev=
ano utilmente beneficiarne piuttosto che giocare il tutto per tutto); la qu=
estione di amnistie e indulti per chi e' abbastanza lontano ed abbastanza v=
igilato da non poter pi=F9 fare danni, non dovrebbe essere insolubile".
Quante sofferenze sarebbero state risparmiate al popolo irakeno se l'Europa=
avesse fatto propria questa soluzione. Ma le democrazie europee erano sord=
e.
Ora, che la catastrofe sembra imminente, qualche voce si fa sentire anche d=
ai governi europei, ma il rischio e' che sia ormai troppo tardi. La mostruo=
sa e potente macchina bellica, ben oliata, finanziata, addestrata, e' pront=
a alla carneficina.
Noi faremo l'impossibile per fermarla, insieme con tante forze popolari, so=
ciali, spirituali e religiose.
Sabato 15 febbraio questa volont=E0 di pace si e' fatta sentire in tutte le=
capitali del mondo. Anche a Bagdad, ne siamo certi. Sar=E0 un'unica voce: =
no alla guerra, no al terrorismo, no alla dittatura.
Non illuderti, Saddam Hussein, il potere della violenza e' fragile, la forz=
a della nonviolenza e' invincibile.