Autor: cpt@inventati.org Data: Asunto: [Cpt] ancora sul convegno
Carissimi,
Sono impegnato con vere e proprie emergenze quotidiane ( sgomberi rom, ra=
strellamenti,
espulsioni etc.) e fatico a seguire il dibattito in vista del convegno di=
Lecce.
Sono d'accordo con Federica Sossi.
Concordo sulla necessit=E0 di non gonfiare il numero dei relatori, di evi=
tare
relazioni accademiche e di restare sulla terra, vicino ai problemi che in=
contriamo
tutti i giorni. In questo modo, =E8 la mia esperienza, riusciremo a comun=
icare
molto pi=F9 e meglio quello che significano i campi di detenzione per str=
anieri
e le nuove procedure di allontanamento forzato senza diritto di ricorso.
Mi fermo qui, sono troppo stanco ed indignato per quello che succede in
tante parti d'Italia sulla pelle dei migranti, e di coloro che si schiera=
no
dalla loro parte, compresi professori universitari che vengono messi alla=
gogna perch=E8 diffondono testi che definiscono la legge Bossi Fini razzi=
sta
e discriminatoria.
Le reti che stiamo costruendo in Italia ed in Europa ( convegno di Bruxel=
les),
5 e 6 febbraio, vanno bene se ci consentono di fare meglio il nostro lavo=
ro,
magari anche un p=F2 di lobbyng, e di ampliare il consenso sulle nostre i=
niziative.
Sono importanti iniziative di collegamento tra le citt=E0 di frontiera e =
quelle
sede dei cpt o dei nuovi centri di identificazione.
Riunioni e convegni non devono diventare luogo dove fare sfoggio di erudi=
zione
o dove scaricare la propria ansia di protagonismo: neppure attraverso la
politica degli inviti...
Scusate per il tono poco accademico.
Buon lavoro a tutti
Fulvio Vassallo Paleologo
Palermo
>-- Messaggio originale --
>From: "Federica Sossi" <semir@???>
>To: "lista comune" <cpt@???>
>Subject: [Cpt] ancora sul convegno
>Reply-To: cpt@???
>Date: Tue, 28 Jan 2003 22:21:35 +0100
>
>
>Ciao a tutte/i
>
>ringrazio innanzitutto Gianfranco per il suo messaggio e le informazioni= . >
>Poi, dopo il messaggio di Alessandro, insister=F2 con alcune considerazi= oni >rispetto al Convegno-seminario di Lecce.
>
>Lo so di essere ripetitiva, e mi scuso, ma che cosa vogliamo con questo convegno? >Il suggerimento di Alessandro e del Lecce Social forum, e cio=E8 che il = convegno >sia anche affiancato da un momento di visibilit=E0 ulteriore - manifesta= zione >o altro - mi trova d'accordo. (suggerisco, tra l'altro, che forse per qu= el >periodo dovrebbe essere pronto lo spettacolo di Renato Sarti (quello di Mai >morti) su Portopalo, e dal momento che il convegno lo si fa a marzo anch= e >come ricordo dello speronamento della kater I rades si potrebbe pensare a >una prima nazionale dello spettacolo. Se volete provo a chiederglielo).
>Non sono invece molto d'accordo sull'impostazione delle giornate n=E9 su= l
nome >di alcuni relatori. Innanzitutto, a mio avviso, sono troppi. Si rischia veramente >di fare un convegno-vetrina in cui ognuno parla per s=E9, dice quello ch= e
sa, >quello che pensa, che ha pensato negli anni passati, non riesce a interl= oquire >con gli altri relatori e alla platea viene lasciato il compito di ascolt= are >ed eventualmente applaudire. Insomma, una sorta di accademia della polit= ica. >Anche i primi nomi che leggo mi sembrano da accademia della politica. Ag= amben >o Derrida. Non leggo tutto quello che scrive Derrida, anche perch=E9 a s= targli >dietro non si leggerebbe molto altro. Non mi sembra, comunque, che abbia= >mai scritto nulla sulle forme di detenzione. E poi, anche se lo avesse fatto? >Innanzitutto, probabilmente declinerebbe l'invito (bisogna invitarlo con= >larghissimo anticipo), nel caso in cui invece venisse ci troveremmo di fronte >a un intervento di pi=F9 di un'ora che richiederebbe la massima attenzio= ne >e che non avrebbe alcun senso senza una adeguata discussione. Insomma, Derrida >parla sempre da star della filosofia, e a parte il fatto che io non amo le >star, e forse nemmeno la filosofia, siamo sicuri che la cosa avrebbe un qualche >significato? Inoltre, dal momento che tutti gli interventi pubblici di Derrida >vengono pubblicati praticamente il giorno dopo dal suo editore, perch=E9=
non >limitarsi a leggere quello che dice (il tempo della lettura lascia anche= >maggiore possibilit=E0 di riflessione)? Quasi lo stesso vale per Agamben= .
Molti >di noi hanno seguito in questi anni i suoi lavori, che sono entrati anch= e >nel nostro linguaggio comune, che senso ha riascoltare quello che si =E8=
gi=E0 >letto o quello che si legger=E0?
>E poi, siamo veramente alla ricerca del verbo, che sia filosofico, antro= pologico, >o appartenente a qualsiasi altra disciplina, e aggiungo politico? Se l'i= dea >=E8 quella di fare un seminario universitario, allora facciamo un semina= rio >universitario, ma in ogni universit=E0 i seminari sono all'ordine del gi= orno, >e forse n=E9 il nostro incontrarci politico, n=E9 il nostro convegno dov= rebbero >avere molto o troppo a che fare con le modalit=E0 universitarie (tra l'a= ltro, >sempre pi=F9 discutibili).
>
>Per cercare di essere pi=F9 breve (cosa che come vedete non mi riesce fa= cilmente): >ripropongo l'idea di una giornata tutta nostra, e poi una giornata tutta= >di confronto politico con istituzioni, gruppo dei parlamentari, associaz= ioni, >sindacati.
>Una giornata tutta nostra, significa, a mio avviso, 4-5-6 interventi al massimo, >di riflessione, certo, sui Cpt e altro (Cpt e lavoro, Cpt e istituzioni totali, >Cpt e altre forme di detenzione, sorveglianza, categorizzazione delle pe= rsone, >ecc...), ma che lascino agli altri non solo lo spazio dell'applauso, ma anche >quello della discussione sia rispetto alla riflessione sia rispetto all'= agire. >
>La seconda giornata dovrebbe essere aperta, a mio avviso, da un nostro documento, >scritto insieme ben prima del convegno e poi magari ridiscusso la sera della >prima giornata, che dia l'orizzonte su cui chiediamo ai relatori (anche qui >non 20) di confrontarsi.
>
>chiedere scusa per la lunghezza =E8 forse inutile,
>comunque scusate
>ciao
>Federica