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VENERDI' 18 ottobre 2002
SCIOPERO GENERALE
per tutta la giornata e di tutte le categorie
Contro le politiche di guerra
Il governo degli Stati Uniti, spalleggiato da governi di altri paesi tra cui
l'Italia, è intenzionato a sca-tenare una "guerra preventiva" contro l'Iraq
continuando la "guerra senza limiti" avviata dopo l'atten-tato terroristico
dell'11 settembre 2001.
- La guerra serve per conservare con la violenza il potere di alcuni stati,
oggi gli USA, sul resto del mondo e per occultare i disastri delle politiche
liberiste che privano i 2/3 dell'umanità di cure sani-tarie, di acqua, di
cibo, di scuole e provocano disumane schiavitù, disperate emigrazioni e
spa-ventose devastazioni ambientali.
- Mentre nel mondo ogni 3 secondi muore un bambino per povertà o fame, ogni
anno 500 miliardi di dollari negli USA e 250 in Europa vengono spesi in
armamenti. Basterebbero 3 miliardi di dolla-ri per curare, sfamare e
assicurare acqua per un anno alle popolazioni del sud del mondo.
Questa è la disumanità che il capitalismo impone al mondo e che le guerre
fomentano e ampli-ficano. Il terrorismo può essere sconfitto solo
"bonificando" il mondo dal capitalismo.
Contro la "guerra" ai lavoratori
Esiste un'altra "guerra" in atto: quella dichiarata da governo e padroni
contro i lavoratori, i giovani, i pensionati e le classi sociali subalterne.
- Negli ultimi 10 anni in Italia la ripartizione del reddito tra salari e
profitti, grazie anche alle politiche concertative di Cgil, Cisl, Uil, è
peggiorata a scapito dei salari. Circa 65.000 miliardi di lire (33,57
milioni di euro) sono già passati dai salari ai profitti.
- L'aumento dei prezzi, anche per l'introduzione dell'euro, ha ulteriormente
ridotto il potere di acqui-sto dei salari. E' notevolmente aumentato il
divario con le retribuzioni dei lavoratori degli altri paesi europei (es.
mediamente un metalmeccanico tedesco guadagna 1.000 euro in più al mese).
Sulla scia dei precedenti governi, il governo Berlusconi vuole renderci
ancora più poveri, precari e senza diritti
Il Patto per l'Italia, sottoscritto a luglio tra governo, confindustria,
confcommercio e Cisl-Uil, inizia ad abolire l'art.18 e rappresenta la
continuazione delle fallimentari politiche concertative che: hanno pro-dotto
quel precariato lavorativo oggi sotto gli occhi di tutti, hanno ridotto il
potere di acquisto delle re-tribuzioni portando il 18% dei lavoratori sotto
la soglia della povertà, hanno falcidiato lo stato sociale e fatto arretrare
di trent'anni le conquistate tutele dei minimali diritti nei posti di
lavoro.
Le leggi delega sul lavoro (il ddl 848 è già passato al Senato)
liberalizzeranno le cessioni di ramo d'azienda, renderanno più precario e
senza diritti il lavoro, favoriranno lo scippo del Tfr (come chiesto anche
da Cgil, Cisl, Uil) per versarlo automaticamente ai fondi pensione privati.
Tutto ciò, assieme alla riduzione dei contributi Inps per i nuovi assunti,
spianerà la strada ad un ulteriore taglio delle pensioni pubbliche, che
saranno irrisorie per tutti i lavoratori sottoposti al nuovo sistema di
calcolo.
La legge Bossi Fini sull'immigrazione persegue l'obiettivo di creare una
fascia di lavoratori sempre in bilico tra sfruttamento ed espulsione,
costringendoli a subire di tutto perché tremendamente ricat-tabili. E
innescando così una rincorsa alla riduzione dei diritti e del salario che
colpirà tutti i lavoratori.
La Finanziaria:
sanità pubblica: 16 mila posti letto tagliati e 300 ospedali che rischiano
la chiusura, nuovo prontua-rio farmaceutico, introduzione del rimborso del
farmaco generico a prezzo minore, stretta su prescrizioni e analisi con la
carta elettronica, blocco delle cure termali, blocco del turn-over e
im-posizione dello straordinario al personale sanitario ....
scuola pubblica: aumento degli alunni per classe, riduzione di 6.000
collaboratori scolastici (i bidelli) e ricorso all'appalto esterno privato
per le pulizie, diminuzione degli insegnanti di sostegno e taglio del 40% di
quelli fuori ruolo
riduzione dei fondi per enti locali e regioni, che conseguentemente
aumenteranno le loro tasse
premia gli evasori fiscali e garantisce l'impunità a chi esporta capitali
all'estero, svende il patrimonio pubblico per recuperare le mancate entrate
blocca le assunzioni nel Pubblico Impiego e ricorre al lavoro precario che
così non potrà mai tramu-tarsi in lavoro stabile a tempo indeterminato
La riduzione dell'Irpef per i redditi bassi il governo non dice che :
· da anni le tasse sono aumentate a causa dal-la mancata restituzione
del fiscal-drag
· ha cancellato gli sgravi fiscali già previsti dalla finanziaria 2001
· il progetto di ridurre a due soli gli scaglioni di reddito, che
comporterà sconti mostruosi per i redditi alti, affossando il criterio di
pro-gressività della tassazione, viene solo rinvia-to al 2004, non annullato
· le promesse riduzioni delle tasse non copro-no le perdite del potere
d'acquisto che i salari hanno subito e continueranno a subire, vin-colati
come sono al tasso di inflazione pro-grammata e non a quella effettiva
Tutto questo viene giustificato sostenendo che serve ad aumentare
l'occupazione:
8.100 "esuberi" alla FIAT, la chiusura degli stabilimenti di Arese e di
Termini Imere-se, una Cassa Integrazione che è l'anticamera dei
licenziamenti e altre decine di mi-gliaia di posti di lavoro a rischio
nell'indotto del settore auto.
Questa, tragica, è la dimostrazione concreta di come flessibilizzazione,
precarizzazione e cessioni di ramo d'azienda (che nel gruppo Fiat sono stati
applicati già da anni su larga scala) consentano di "aumentare" i posti di
lavoro.
Contro questi licenziamenti e perché i lavoratori della Fiat non siano
lasciati isolati e soli, contro le misure di precarizzazione e privazione di
diritti per i lavoratori contenute nel Patto per l'Italia, nelle leggi
delega e nella Finanziaria, contro la legge Bossi Fini e le politiche di
guerra.
Per costruire un'ampia e forte opposizione sociale, per unire tutti i
lavoratori e far sì che allo stesso lavoro corrispondano lo stesso salario e
gli stessi diritti, per bloccare la corsa alla guerra, per questo:
Invitiamo tutti i lavoratori a mobilitarsi e a lottare assieme, con spirito
unitario, indipendentemente dal-la tessera sindacale che ognuno può avere o
non avere in tasca. L'attacco cui siamo sottoposti è troppo forte per
rimanere immobili. Facciamo del 18 ottobre un punto di partenza delle nostre
lotte.
Ma invitiamo, anche, tutti i lavoratori a non subordinare le loro iniziative
e mobilitazioni all'obiettivo strategico della Cgil di ristabilire un piano
di concertazione analogo a quello intrattenuto con i prece-denti governi. La
concertazione è una delle cause che ci hanno condotto a questa situazione
Sindacato dei Lavoratori Autorganizzati Intercategoriale
Coordinamento Provinciale di Lucca
Per informazioni (sabato pomeriggio):
Via IV novembre 51, Viareggio (LU)
TEL: 339.4505810
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