Uno però potrebbe chiedersi che cazzo ci va a fare Ronconi a
cena dal prefetto assieme a quel po' po' di marcioni? Se si
fosse mangiato un doner kebab all'angolo, invece che i
dissensi artistici del bastardo Micciché si sarebbe sentite
alla peggio quelle di Suleyman il macellaio. Adesso anche
quell'altra minchiamorta di Bellocchio si lamenta perché il
suo film non é stato appoggiato per Cannes. Questi cessi
vorrebbero criticare il governo, la chiesa e le istituzioni,
usando dei loro soldi, mangiando nel loro piatto,
frequentando i medesimi ambienti, leccando gli stessissimi
culi. Uno dei pochi aspetti positivi dell'arrivo al potere
della destra consiste nel rendere evidente la natura vile e
querula della sinistra.
----- Original Message -----
From: marina <fe11408@???>
To: no ocse <noocse-bo@???>; digi8
<cerchio@???>
Sent: Monday, May 20, 2002 12:15 PM
Subject: [Cerchio] FW: [OilemGoilem] Ronconi e i siciliani
tutto come previsto...
marina
Risposta: OilemGoilem@???
Data: Mon, 20 May 2002 11:25:38 +0800
A: Oilem Goilem <OilemGoilem@???>
Oggetto: [OilemGoilem] Ronconi e i siciliani
Il sottosegretario contro il regista per i ritratti di Fini,
Bossi e
Berlusconi
presenti sulla scena de le "Rane" di Aristofane in scena a
Siracusa
Micciché contro Ronconi
"Via la caricatura del premier"
SIRACUSA - Dopo 24 secoli Aristofane e la sua commedia "Le
rane" ancora
accendono polemiche e - per la prima volta - censure. Lo
denuncia il regista
Luca Ronconi, che con gli attori del suo Piccolo Teatro di
Milano, ha
allestito la commedia andata in scena oggi. Il regista ha
denunciato di aver
subito forti pressioni da parte di Gianfranco Miccichè,
responsabile di
Forza Italia per la Sicilia. Pressioni fatte "con un tono
quanto meno
aggressivo" durante una cena ieri sera in casa del prefetto
di Siracusa,
presenti il ministro Prestigiacomo, il sottosegretario Bono
e altre
personalità.
Ronconi ha riferito così le parole rivoltegli da Miccichè:
"Mi è stato detto
che siccome prendo i soldi di Berlusconi (intendendo
immagino i contributi
dello Stato versati al Piccolo), il teatro pubblico non
dovrebbe criticare
chi gli dà i soldi". "E' un modo di pensare - ha commentato
il direttore del
Piccolo Sergio Escobar - che farebbe rivoltare nella tomba i
fondatori del
teatro pubblico, come Strehler e Grassi".
Tutto è successo per tre grandi pannelli scenografici
costruiti per lo
spettacolo, che rappresentavano caricature di Berlusconi,
Bossi e Fini.
Pannelli che non sono stati più utilizzati per la
rappresentazione di questa
sera. "Non ho potuto utilizzare la scenografia - dice ancora
Ronconi -
perché un 'consiglio' è stato dato al teatro, ed un
ragionamento pacato è
stato poi fatto da parte del prefetto di Siracusa, Alecci".
"Ma non si dica - ha aggiunto Ronconi, che è apparso molto
scosso dietro le
quinte dello spettacolo - che ho preferito togliere i tre
pannelli. Ho
tollerato questa situazione, per mandare comunque in scena
lo spettacolo. Ma
me ne andrò da questo teatro e da questo Paese. Mi sono già
arrabbiato
abbastanza ieri sera. Questo è un vero e proprio caso di
censura. E
democrazia e censura non possono convivere. Io non ho
avversari politici,
vorrei averne di artistici".
Nelle "Rane" il commediografo Aristofane mette alla berlina,
come sempre
nelle sue opere, le figure più importanti della vita
ateniese suoi
contemporanei. In particolare si racconta la discesa agli
inferi di Dioniso,
il quale assiste ad una comica diatriba tra i più grandi
tragediografi del
momento, Eschilo ed Euripide. Ma l'attualizzazione dei
potenti di Ronconi
non è piaciuta a Micciché
Il sottosegretario però dà una versione diversa. "Apprendo -
dice Miccichè -
che Luca Ronconi, che aveva previsto di inserire tre
caricature di politici
nelle 'Rane' di Aristofane avrebbe deciso di sopprimerle a
causa di presunte
pressioni politiche. Ove tale scelta fosse vera sarebbe la
prova della
meschinità di un teatrante che vuole farsi credere
Aristofane, ma che è
lontanissimo dal grande commediografo, perché Aristofane in
ogni caso non le
avrebbe tolte, ed è proprio meschino voler far credere che
una decisione del
genere sia dettata da pressioni politiche".
Il ministro Stefania Prestigiacomo rifiuta l'accusa di
censura e parla di
dissenso di Micciché dalle scelte di Ronconi. "E'
vergognoso - dice il
ministro - che si voglia contrabbandare per censura il
dissenso apertamente
espresso su una scelta artistica".
(19 maggio 2002)
Dopo l'attacco del viceministro parla il regista Luca
Ronconi
"Ci sono parole e soprattutto toni che suonano come minacce"
"E' una censura preventiva
dovrei lasciare l'Italia"
dal nostro inviato FRANCO QUADRI
SIRACUSA - Maestro Ronconi, qual è stato il suo primo
pensiero dopo
l'incontro con l'onorevole Miccichè?
"Che si tratta di una persona molto aggressiva. Ci sono
delle frasi che per
alcuni non sono insulti e per altri sì, e delle parole, ma
soprattutto dei
toni che suonano come minacce".
Com'è arrivato alla decisione di ritirare i ritratti
incriminati?
"La situazione del Piccolo Teatro e dell'Inda non ha
permesso di ignorare
l'intimidazione subita, anche se i tecnici e parecchi attori
non volevano
rinunciare alla nostra libertà e hanno mostrato grande
risentimento per
questa manifestazione di intolleranza. In un primo tempo
avevo deciso di
ricoprire i ritratti di nero e di esporli così, magari con
sopra dei fasci,
ma purtroppo non c'era abbastanza tempo per la prima di
oggi. Non è detto
che non lo faccia per la seconda".
Questa rinuncia non rappresentazione un'accettazione della
censura?
"Ne sottolinea soltanto il carattere ridicolo. Mi sembra
evidente che la
rappresentazione non sia provocatoria: le immagini avrebbero
creato un
rapporto con la cronaca nel tempo in cui si vive, necessario
ai testi di
Aristofane, come si vede dalla traduzione e dai costumi. Non
ho però seguito
la recita, né mi sono presentato al pubblico alla fine,
perché quello andato
in scena non era lo spettacolo come io lo avevo concepito".
Il ministro Prestigiacomo ha diffuso una dichiarazione in
cui si dice che "è
vergognoso che si voglia contrabbandare per censura il
dissenso apertamente
espresso su una scelta artistica".
"Ma si esprime un giudizio come questo su uno spettacolo non
ancora andato
in scena non si tratta di una censura preventiva?".
E' vero che lei se ne andrà da questo paese?
"L'ho dichiarato per rabbia, ma non so se ce la farò, anche
se sarebbe il
caso. Del resto me l'ha consigliato il sottosegretario. E a
giugno me ne
andrò in Giappone ma per fare la Traviata".
(20 maggio 2002)
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