[autorgstudbo] Verso l’11 marzo. Ribelli senza tempo.

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Author: News AutOrg.anizzazione Stud.entesca BO
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Subject: [autorgstudbo] Verso l’11 marzo. Ribelli senza tempo.
*Verso l’11 marzo. Ribelli senza tempo.*

*SABATO 11 MARZO’017: alle 9,30 @ VIA MASCARELLA / alle 16 @ PIAZZA VERDI
/ dalle 20 @ VAG61*

In queste settimane, dai palazzi delle istituzioni hanno provato a
sciacquarsi la bocca tessendo lodi, non richieste e non volute, sul
movimento del ’77. Contrapponendo le ragioni di quel movimento alle lotte
di questi giorni degli studenti contro il caro mensa o il libero accesso a
via Zamboni 36. Il movimento del ’77 non aveva mai voluto saperne di
“padri”, di “fratelli maggiori”, di “tradizioni storiche”, figuriamoci se,
oggi, sentiamo il bisogno di qualche nipotino che, da Palazzo d’Accursio,
fuori tempo massimo, prova a ripassare la lezione del sindaco Zangheri,
quando diceva: “Non si può giustificare il fatto che una minoranza, il 5%,
poco più poco meno, paralizzi l’attività didattica e politica di alcune
facoltà”. Allora, dal palazzo comunale, diedero l’assenso a che i
carrarmati entrassero nelle strade della cittadella universitaria, per
riportare “l’ordine democratico”, dopo l’assassinio di Francesco Lorusso
commesso dai carabinieri di Kossiga e la rivolta di giovani che ne era
seguita. Oggi, il rettore e il sindaco, chiamano e applaudono i poliziotti
che assaltano una biblioteca universitaria per riportare la “legalità”.

Allora ci fu chi parlò di due società: quella dei “non garantiti”
contrapposta a quella dei “garantiti”, con i bisogni dei primi che, come
unica risposta, ricevettero repressione ed esecuzioni di strada perpetrate
da uomini in divisa. Oggi, che il processo di precarizzazione si è diffuso
a tutto l’universo lavorativo e la precarietà è diventata la costante della
vita di milioni di persone, manganelli, denunce, provvedimenti di polizia e
arresti vengono equamente distribuiti a studenti, lavoratori della
logistica, giovani precari e a chi è sfrattato o è senza casa. Sono passati
40 anni dall’uccisione di Francesco in via Mascarella e dai giorni della
rivolta di marzo. Anche se tanto tempo è trascorso e l’evoluzione delle
problematiche sociali ha prodotto approcci diversi alla lotta e al
conflitto sociale, riteniamo che molte questioni che originarono il
movimento ’77 e molti dei suoi obiettivi siano ancora tremendamente attuali.

Non si tratta di fare confronti ed equiparazioni improponibili. Ma a chi ci
vuole parlare di un ’77 “buono” da contrapporre a un 2017 “cattivo”, noi
vogliamo ricordare che il ’77 continua a significare ben altro. Ad esempio…

Vuol dire riduzione generale del tempo di lavoro salariato nel corso della
vita. E non rinvio dell’età pensionistica a centocinquant’anni.

Vuol dire libera circolazione delle idee, delle tecnologie e delle sostanze
psicoattive. E non proibizionismo e carcere per chi fa quello che gli pare
con il suo proprio corpo.

Vuol dire comporsi e ricomporsi della comunità (o della singolarità)
desiderante, libera circolazione del piacere e rispetto della sofferenza. E
non santificazione della “zombie-famiglia”.

Vuol dire proliferazione di circuiti connettivi di comunicazione
orizzontale. E non potere del danaro e della pubblicità sulla comunicazione.

Vuol dire nomadismo virtuale e fisico, abolizione di ogni barriera
nazionale al libero movimento degli uomini e delle donne. E non
perimetrazione dell’Europa.

Oggi sentiamo spesso parlare di “riforme istituzionali”, a chi non lo sa
ricordiamo che il movimento del settantasette elaborò una sua originale
“riforma istituzionale”, proponendo una rettifica essenziale della carta
costituzionale: “La Repubblica Italiana è una repubblica fondata sulla fine
del lavoro salariato”. Se questa fosse la riforma istituzionale della quale
si parla, forse cominceremmo a parlare di cose intelligenti. Ma così non è.

Dopo avere respirato, nella straordinaria e bellissima giornata del “Lotto
Marzo”, tantissima aria buona e fresca, ci viene da ricordare che che l’8
marzo 1977 un corteo di compagne femministe si concluse con l’occupazione
di una palazzina a Porta Saragozza (vuota da anni) per farne uno spazio
delle donne.
I carabinieri attaccarono con una violenza inaudita e, con il calcio del
fucile, a una compagna furono spaccati tutti i denti. In tanti pensarono
che quello fosse il preludio a quello che poi avvenne tre giorni dopo.

Per questo l’11 marzo, alle 9,30, saremo, come ogni anno, in via
Mascarella, davanti alla lapide che testimonia l’assassinio di Francesco.
Alle 16 saremo al corteo che partirà da piazza Verdi. Alla sera a Vag61 per
il concerto acustico dei Gang e la presentazione del loro ultimo lavoro
“Calibro 77”.

Oggi come allora…ribelli senza tempo!

*Le compagne e i compagni di Vag61 – Spazio libero autogestito*


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Vag61 - Spazio libero autogestito
in via Paolo Fabbri 110 - Bo
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